Buono del Tesoro Economico e Redditizio. Il BTp marzo 2036 è il Migliore. Ecco Perché Sottoscriverlo

Buono del Tesoro Economico e Redditizio. Il BTp marzo 2036 è il Migliore. Ecco Perché Sottoscriverlo

I risparmiatori e gli investitori in generale tutti sono sempre alla ricerca del miglior strumento finanziario possibile, quello più economico, più flessibile e con la rendita maggiore. Al di là delle tante critiche che possano piovere sul nostro paese, l’Italia al momento è tra gli Stati che sono i più capaci ad attrarre capitali in ragione dei rendimenti legati ai suoi BTp e del rischio pressoché nullo di default (seppur le agenzie di rating cataloghino le nostre obbligazioni poco sopra la soglia di Junk, spazzatura, è evidente la disfunzione dei criteri applicati che spesso nel passato hanno palesato giudizi dal retrogusto anche politico o almeno con qualche sospetto al riguardo n.d.r.).

BTp Marzo 2036: Opportunità d’Investimento

Si parla tanto del BTp Futura dedicato al retail, quindi ai soli risparmiatori italiani (qui trovate tutto al riguardo dell’emissione che partirà da lunedì 6 luglio n.d.r.), ma anche sul mercato secondario ci sono delle opportunità molto interessanti a disposizione degli investitori che vogliano puntare su strumenti performanti.

Tra queste, il BTp marzo 2036, codice ISIN: IT0005402117 è veramente intrigante. Si tratta di un’obbligazione attualmente sotto la pari (alla pari del BTp Agosto 2030 entrambe venerdì quotavano quasi il 3% sotto 100, precisamente 97,30 centesimi) con una cedola di 1,45% annuo e una scadenza comunque medio-lunga. Tra le obbligazioni disponibili sul mercato secondario, questa è la più conveniente e la più redditizia in un periodo in cui è difficile reperire un collocamento che sia sotto la pari, a fronte del calo dei rendimenti su emissioni che presentavano cedole importanti.

Rispetto ai livelli minimi di marzo 2020, il BTp in scadenza a marzo 2036 di cui stiamo parlando, ha avuto un rialzo incredibile di +11,50% durante la pandemia. Quando venne emesse, questo strumento presentava una cedola comunque relativamente bassa rispetto a una scadenza così lunga ed è questo il motivo principale per cui quota attualmente sotto la pari, dato che si tratta di una cedola fissata ex ante e non mutabile.

Gli investitori, infatti, chiedono un rendimento superiore a quel 1,45% erogato come rendimento fisso per acquistare e detenere i BTp con scadenza a marzo 2036 e il fatto che l’obbligazione si trovi al momento sotto la pari presuppone una successiva plusvalenza che ne deriverà alla scadenza naturale.

Cosa significa? A titolo esemplificativo, investendo 973€ attuali, oltre al rendimento cedolare, l’obbligazionista incasserà alla fine 1.000€ (questo proprio perché il BTp è venduto sotto la pari). Questa differenza di 27€, pari al 2,9% dell’investimento, spalmati sugli anni che mancano alla scadenza (quindi 15) corrispondono in percentuale a un rendimento extra di 0,1854%: rendimento che si somma all’attuale tasso cedolare annuo (1,49%) e che determina un valore reale e lordo di 1,675%.

Fondamentalmente, dunque, il rendimento vero di questo BTp marzo 2036 è pari a 1,675% anche se si tratta naturalmente della rendita lorda alla quale andrà poi applicata l’aliquota del 12,50%: in seguito alla tassazione, il rendimento netto rintraccia a 1,47%, formato però da una componente cedolare fissata ex ante (1,30%) e da un’altra derivante proprio dalla condizione di cui abbiamo trattato, l’essere quotato sotto la pari.

Scenari Futuri Possibili e Analisi Attuale

Un investitore oculato, però, deve anche considerare possibili mutamenti degli scenari nel futuro per cercare di capire quanto sia conveniente effettuare l’acquisto in questa finestra e se sarà poi redditizio vendere il BTp prima della sua naturale scadenze, comunque ancora molto lontana.

Se diamo per certo il fatto che più si avvicini la scadenza di un BTp, più la tendenza tende a riportarne il valore alla pari, ossia a 100, bisogna anche considerare il fatto che manchino comunque molti anni a quest’evento.

Il giornalista economico Giuseppe Timpone di Investire Oggi presuppone uno scenario verosimile cercando d’intuire e analizzare cosa possa accadere nei prossimi anni, ponendo il focus su un arco temporale più vicino.

Il rendimento dei BTp italiani a scadenza 15 anni, prima della pandemia, era sceso intorno a 1,35%. Se, per ipotesi, pensiamo che questo valore rimanga invariato, l’anno prossimo questo BTp marzo 2036 garantirebbe un rendimento poco superiore a quello rilevato attualmente. Questo, però, pensando che il nostro paese non subirà tensioni finanziarie e non vedrà un’ulteriore innalzamento dei tassi d’interesse (quindi dello spread).

In questo contesto, Timpone azzarda un’ipotesi, ossia che i prezzi reggeranno nel medio termine; nel frattempo l’obbligazione in questione avrà reso comunque bene e occorre comunque considerare anche l’attività messa in opera da parte della Banca Centrale Europea in questo momento, attraverso il PEPP, ossia il Quantitative easing pandemico. Attività che, oltre a calmierare lo spread e tenere bassi i rendimenti, contraddistingue una certa sicurezza finanziaria appannaggio di chi decide questo tipo d’investimento.

D’altronde, se anche un grande fondo come BlackRock ha giudicato con sentiment positivo le nostre obbligazioni in questo frangente, qualche spiegazione logica ci sarà.