Controlli sul Conto Corrente (CC). Quando Scattano, il Risparmiometro

Controlli sul Conto Corrente (C/C). Quando Scattano, il Risparmiometro

Si fa un gran parlare dei rischi che riguardano i versamenti sui conti correnti a causa dei nuovi controlli da parte del Fisco e dell’Agenzia delle Entrate, sempre più incisivi nel cercare di sottolineare qualsiasi discrepanza emerga dai reali redditi delle persone o da eventuali errori, magari in buona fede (purtroppo può capitare anche questo e bisogna perciò conoscere i rischi per evitare di sbagliare n.d.r.).

Agenzia delle Entrate, infatti, controlla tutto ciò che guadagniamo e confronta questi dati con le informazioni ora recuperabili dai nostri conti correnti e da altri strumenti tracciabili, compresi i sistemi di pagamento.

Per monitorare il conto corrente delle persone e far emergere eventuali segnali e campanelli d’allarme al fine di iniziare indagini, l’ente utilizza uno strumento chiamato “Risparmiometro”. Cerchiamo di capire cos’è e come funziona.

Il Risparmiometro

Il nuovo strumento moderno e tecnologico a disposizione dell’Agenzia delle Entrate e del Fisco è questo risparmiometro. Grazie a un database e un sistema di monitoraggio in tempo reale, nonché alla capacità di incrociare diverse informazioni provenienti da altri flussi informativi, il risparmiometro controlla numerosi strumenti di ogni singolo contribuente italiano, tra i quali:

  • Conti Correnti.
  • Conti Deposito.
  • Investimenti in azioni.
  • Detenzione di obbligazioni.
  • Prodotti finanziari in portafoglio.

Risparmiometro. Come Funziona

Il funzionamento del risparmiometro è, di principio, molto semplice. Questo algoritmo controlla tutti i movimenti sui nostri conti correnti, gli investimenti e li incrocia con i redditi dichiarati. Se sussiste una differenza considerata non marginale, allora scattano le eventuali indagini e i controlli fiscali.

Praticamente il fisco, grazie al risparmiometro, è in grado di monitorare tutti i nostri versamenti, i nostri prelievi, i bonifici, i movimenti e le transazioni destinati ad acquistare questo bene o quel servizio, ivi compresi acquisti di beni durevoli spesso legati a finanziamenti, quali auto, moto ma anche un viaggio, mobili, elettrodomestici, etc.

L’algoritmo, utilizzando i dati e le informazioni che determina da quel dato contribuente, ne calcola il reddito potenziale e lo confronta con quello che emerge dalle dichiarazioni. Utilizzando il database denominato “Superanagrafe”, il sistema riesce a confrontare questi due valori: se lo scarto è maggiore del 20% scattano i controlli e al correntista/contribuente spetterà l’onere della prova, ossia dovrà spiegare da dove proviene il denaro.

Campanelli d’allarme e Segnali

I campanelli d’allarme di questo sistema di monitoraggio scattano nel caso ci siano movimenti anomali su un conto corrente, solitamente superiori ai 5.000€. In caso versassimo sul nostro conto, a prescindere dallo strumento, una somma in contanti maggiore di 5mila, allora probabilmente faremmo scattare un segnale d’allarme nel sistema.

Stessa questione se prelevassimo una cifra maggiore di questa soglia ovvero se lo facessimo comunque a scaglioni, ma con una certa distanza ravvicinata nel tempo (utilizzare questo escamotage non mette al riparto dal rischio).

Dichiarazione Scritta in caso di Prelievo

Il contribuente potrebbe essere chiamato a spiegare il perché di quel movimento e sottolineare la provenienza del denaro.

L’istituto bancario, inoltre, potrebbe richiedere, in caso di prelievo superiore alla soglia prevista di 5.000€ anche ragione di tale atto, anche se i soldi sono di nostra proprietà. La banca è autorizzata, per legge, a farsi rilasciare una dichiarazione scritta nella quale spieghiamo l’uso che faremo del denaro, le finalità. Tale documento poi sarà inviato al sistema dell’Agenzia delle Entrate per i controlli del caso e l’inserimento nel sistema di monitoraggio.