Polizza Vita. In Caso di morte, la Successione Come Funziona? Detrazioni Fiscali Assicurazione

Polizza Vita. In Caso di morte, la Successione Come Funziona? Detrazioni Fiscali Assicurazione

La Polizza Vita, tornata alla ribalta negli ultimi anni, non è solamente una assicurazione in caso di morte dell’intestatario (e inneschi la successione, vista la cosiddetta premorienza), ma è anche un’ottima forma d’investimento soprattutto da quando il Governo ha incentivato questi strumenti con agevolazioni fiscali in natura di detrazioni sulle tasse.

In un contesto, quale quello attuale, di grande incertezza e di rendimenti tutt’altro che entusiasmanti per quanto riguarda gli strumenti di risparmio solitamente sottoscritti dagli italiani (ad esempio i BOT in Ufficio Postale), le assicurazioni sulla vita non sono solo una tutela vera e propria, ma anche una grande forma di investimento. Scopriamo perché analizzando tutti i vantaggi di questo strumento.

 

Il Rendimento

Sembrerà strano, trattandosi di un’assicurazione, ma il punto di forza delle polizze vita è senz’altro il rendimento. I provider cui faremo riferimento (sono molteplici i soggetti che, anche in Italia, consentono di sottoscrivere questo tipo di contratto), ovvero le aziende che ci consentono di sottoscrivere una polizza, prefigurerà rendimenti diversi a seconda dell’attività correlata, quella di creazione di un portafoglio di obbligazioni tendenzialmente.

In ogni caso, visto e considerato il naturale ruolo dell’assicurazione, che deve tutelare il rischio e non divenire un alto rischio essa stessa di perdere soldi, il rendimento della gestione separata della polizza vita tende sempre ad essere stabile e soprattutto, con bassi rischi.

Le polizze vita, tendenzialmente risentono meno delle congiunture economiche e delle oscillazioni dei mercati finanziari perché i titoli alla base del fondo sono valorizzati al prezzo d’acquisto: in questa maniera, il rendimento è di certo basso, ma l’eventuale oscillazione non si riverbera negativamente sul valore della gestione separata.

Il consiglio, comunque, nonostante le opportunità d’investimento e i benefici, nonché gli incentivi fiscali per la sottoscrizione delle polizze vita, è sempre quello di guardare e leggere con attenzione le regole e le norme del fondo correlato all’assicurazione. Stiamo comunque investendo i nostri soldi in uno strumento finanziario, legato in ogni caso a tutele e salvaguardie assicurative, ma resta comunque un impiego del nostro denaro sottoposto ad un rischio, seppur minimo.

Occorre informarsi e parlare con cognizione di causa, scegliendo, tra le varie assicurazioni e le società presenti sul mercato, il prodotto che fa al caso nostro. Diversamente da altri strumenti, però, la compagnia ci garantirà il capitale investito: vediamo cosa significa.

 

Capitale Garantito

Le polizze vita, al contrario di altri strumenti finanziari, per loro natura devono essere a rischio minimo e, proprio per questo, le compagnie di assicurazioni ci palesano la possibilità avere il capitale garantito a determinate condizioni. Praticamente, sussiste la garanzia di ottenere il denaro previsto in alcuni casi, nonostante accada qualcosa che infici il valore dell’investimento pianificato.

Normalmente, questa garanzia del capitale garantito, opera in diversi modi:

  • Alla scadenza del contratto, quindi dopo aver pagato tutti i premi, abbiamo la sicurezza di ottenere la somma garantita.
  • Alla morte dell’assicurato, ci viene garantito il pagamento della somma descritta nel contratto.
  • Altre ipotesi di garanzia del capitale, come descritto nelle condizioni contrattuali e nell’informativa del prodotto (da leggere attentamente per valutare la scelta).

Questa garanzia, dunque, ci assicura l’investimento consentendoci di dormire tra due guanciali perché, alla fine del periodo previsto, ovvero in caso di eventi che pregiudichino il contratto (ad esempio la morte del titolare e l’apertura della successione ereditaria), otterremo comunque l’importo nominale dell’impiego.

Si  tratta di un bel vantaggio che riduce il rischio connesso che, comunque, è sempre minimo.

 

Detrazioni Fiscali e Imposte

Le imposte che gravano su questo tipo di prodotti in Italia, denota un altro punto a favore delle polizze vita. Queste assicurazioni, infatti, al contrario di altri strumenti finanziari d’investimento, sono esenti dal pagamento delle imposte di bollo annuali che, come ricordiamo, grave dello 0,20% annuo e riduce il rendimento effettivo.

Oltre all’esenzione dall’imposta di bollo, sui rendimenti finanziari che derivano da questo tipo di prodotti lo Stato tende a mostrarsi più clemente anche perché le polizze vita solitamente hanno dei fondi che investono proprio in Titoli di Stato ovvero equivalenti. Solitamente i rendimenti finanziari vengono tassati al 12,5% ovvero al 27,5%, ma in questo caso abbiamo un’agevolazione.

Oltre agli aspetti naturali già sottolineati, resta un ultimo grande vantaggio cui ancora non abbiamo dato il giusto peso: i premi che pagheremo mensilmente per la polizza vita sottoscritta sono detraibili fiscalmente per il 19% (fino a un massimo di 530€ di risparmio reale dalle tasse da pagare). Questo attualmente, ma con la Legge di Bilancio ogni anno l’esecutivo potrebbe incentivare ancor di più quest’aspetto e garantire una maggiore detraibilità dei premi.

 

Non sono Pignorabili né Sequestrabili

Uno degli aspetti che spesso ha sollevato delle critiche, in quanto utilizzato da alcuni soggetti per ledere gli interessi della collettività e celare somme di denaro a possibili procedimenti esecutivi o pignoramenti, è la garanzia intrinseca di questa forma d’investimento.

Le polizze vita non sono né pignorabili, né sequestrabili e gli importi che la compagnia assicurativa ci verserà non potranno essere oggetto di pignoramento tranne in alcuni casi estremi, ad esempio se siamo stati condannati per truffa, per frode oppure se i soldi provengono da attività illecite.

Investire in una polizza assicurativa, ci garantisce il capitale, ci da un rendimento, seppur minimo, e ci protegge anche da eventuali creditor (salvi alcuni casi di cui abbiamo riportato solo un elenco non esaustivo).

Cosa state aspettando?

 

Successione

Come abbiamo già anticipato, la polizza vita garantisce il capitale solitamente nel caso morisse il titolare dell’assicurazione, ossia chi ha sottoscritto realmente l’investimento.

Alla morte del titolare dell’assicurato, come ben sappiamo, si apre la successione ereditaria e tutti gli eredi entrano a far parte del patrimonio ereditario. La polizza assicurativa, come strumento d’investimento, ha un trattamento particolare: i beneficiari indicati da chi ha sottoscritto l’assicurazione, il de cuius, saranno liquidati dalla compagnia come previsto dal contratto e nei termini indicati.

Queste somme, molto importante, non entrano nell’asse ereditario e non andranno divise con gli altri eredi, né sono soggette alle imposte di successione proprio per questo motivo. Il tutto, fatte salve le quote di legittime spettanti agli eredi di diritto: il contraente della polizza potrà scegliere qualsiasi persona come beneficiaria, ma rimarrà il diritto degli eredi di richiedere la giusta quota indicata come legittima dalla legge.

Le polizze vita, dunque, non solo ci tutelano contro il rischio di una fine prematura, ma sono anche strumenti d’investimento sottovalutati in un mercato che esprime una varietà di opzioni davvero interessanti.

Se volete investire i vostri soldi, nel portafoglio non devono mancare di certo questi prodotti.