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Tasse, Stangata sulle Famiglie Italiane. Aumentano le Imposte Locali e l’IMU, la Patrimoniale Occulta

by Ivano Riccardo
3 Agosto 2019
in Economia Personale
Tasse, Stangata sulle Famiglie Italiane. Aumentano le Imposte Locali e l'IMU, la Patrimoniale Occulta

Brutte, bruttissime notizie per le famiglie italiane che già devono avere a che fare con la crisi perdurante nel nostro paese, le continue tensioni politiche interne, il difficile rapporto con l’Europa, la debolezza internazionale del nostro paese ed una sempre crescente sfiducia nel futuro dell’Italia.

E’ in atto una stangata fiscale sulle famiglie senza precedenti proprio a causa delle imposte locali!

Secondo uno studio del sindacato Uil, al 26 luglio le aliquote IMU sono aumentate dall’anno scorso in oltre 215 Comuni, tra i quali spiccano 4 Città capoluogo. Le amministrazioni pubbliche comunali preferiscono comunque utilizzare la leva dell’addizionale sull’IRPEF, che si ripercuote in minor modo sul consenso della platea elettorale per ovvie ragioni di scarsa conoscenza: su 4.078 Comuni, 566 (il 14%) ha aumentato le aliquote addizionali sul reddito delle persone fisiche (operai, addetti, lavoratori retribuiti, pensionati, etc.) ed ha anche rivisto e rimodulato le esenzioni, abbassando la soglia e le possibilità di accesso a queste.

Uil ha anche accertato un aumento inerente un’altra imposta scarsamente digerita dall’opinione pubblica e spesso soggetta a speculazioni e disservizi comunali: quella TaRi (Tassa sui Rifiuti) che dovrebbe fornire il fabbisogno necessario al servizio di raccolta, smaltimento idoneo e gestione dei rifiuti, ma che in alcune città finisce in altri progetto o peggio, diventa oggetto di politiche quanto meno paradossali. 44 Città Capoluogo, secondo i dati di Uil, hanno aumentato l’aliquota ed il costo sociale per i cittadini sulla TARI (4 città su 10) e tra queste spiccano senz’altro Catania, Torino, Genova, Trieste e Napoli.

Uil manifesta un certo dissenso a questa dinamica perché, dopo tre anni di blocco degli aumenti delle aliquote delle imposte e delle tasse locali, quest’anno il governo centrale ha ridato modo alle realtà locali di agire sulle leve fiscali in tal senso, pur se facoltativamente.

Se dal punto di vista regionale non ci si è avvalsi di questa possibilità aumentando le aliquote spettanti alla competenza delle regioni, la situazione a livello locale vede un diverso e più eterogeneo comportamento e lo scenario potrebbe essere anche peggiore perché i dati e le informazioni sono ancora lacunose: alcuni comuni non hanno ancora pubblicato le aliquote IMU e le addizionali Irpef sul sito del Ministero dell’Economia.

In base alle informazioni derivanti dalla seconda rilevazione del Servizio Politiche Territoriali Uil del 26 luglio, per quanto concerne le tre maggiori tasse locali, ossia Imu/Tasi, Addizionale Irpef e Tari, non sarebbero molti i municipi che stanno utilizzando la possibilità di modificare la leva, ma chi lo sta facendo, lo fa con ritocchi molto pesanti.

Come già detto, si preferisce ritoccare le addizionali per ovvie ragioni di convenienza e di platea, mentre sono maggiormente contenuti gli aumenti sulla Tari e sull’Imu, altresì detta patrimoniale occulta: sulla Tari lo scenario mostra politiche ondivaghe e molto diverse, a seconda dei casi.

Vista la possibilità, qualche comune molto performante ha pensato anche di ridurre le imposte, ma sono numericamente la minoranze, seppur va dato atto a queste gestioni pubbliche di essere davvero efficienti e di fondarsi sui parametri dell’economicità.

Le Città Capoluogo non hanno modificato di molto, anche perché molte sono già vicine alle soglie massime consentite dalla legge prima dal blocco triennale delle aliquote muovendosi per tempo ed ovviando alla direttiva prevista dal legislatore.

Per quanto concerne l’Imposta Municipale Unica, acronimo IMU, oltre 215 comuni le hanno alzate come già detto e tra questi troviamo 4 città capoluogo: Torino, La Spezia, Pordenone e Avellino. In particolar modo quest’ultima è la città che più si è distinta in questo trend rialzista: l’aliquota per il possesso di seconde case ed altri immobili è rivista da 10,5 per mille al 10,6.

Nell’amministrazione comunale del sindaco 5 Stelle Appendino, si sono modificate le aliquote sulle case affittate in base ad un contratto con canone concordato dal 5,75 per mille al 7,08 per mille, mentre a canone libero dall’8,6 al 9,6.

Il Comune di La Spezia ha modificato l’aliquota sui contratto d’affitto a canone concordato alzandola da 4,6 per mille al 6, mentre a Pordenone si è deciso di aumentare la tassa sui negozi lasciati sfitti improduttivi, dall’8,85 per mille al 10,6.

Come abbiamo detto, le variazioni maggiori hanno riguardato l’addizionale aliquota Irpef anche per ragioni di opportunità, semplicità e facilità di reperire risorse senza troppi patemi d’animo (spesso chi paga l’Irpef è sottoposto al cosiddetto sostituto d’imposta).

Sui 4.078 Comuni presenti in Italia, 566 ha aumentato le aliquote e rimodulato le esenzioni, come già detto, ma tra questi non abbiamo citato le 7 città capoluogo di provincia: Mantova, Rimini, Barletta, Avellino, Trapani, Lecce e Carrara.

Dulcis in fundo la Tari, la Tassa che paghiamo sui Rifiuti in base alla metratura della nostra casa ed a parametri legati al nucleo familiare presente all’interno dell’abitazione nella zona di competenza territoriale del comune.

Considerando una famiglia tipo con abitazione di 80 metri quadri mq e con quattro componenti, dai dati elaborati dall’Uil si rileva che questa tassa è aumentata in 44 città capoluogo di provincia, tra cui Catania, Torino, Genova, Trieste e Napoli, come già affermato poc’anzi. Rimane uguale in 26 città come Milano, Roma e Bologna mentre addirittura cala nelle altre 35: Cagliari, Firenze e Venezia sono tra i capoluoghi di provincia meritevoli di essere riusciti e di aver operato in tal senso, fermo restando le indicazioni sulla famiglia e la metratura della casa presa ad esempio.

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